Presentazione e storia

Contesto e motivazioni

L’abbinamento delle parole “posta” e “storia” può, a prima vista, apparire inconsueto anche a chi abbia dimestichezza col mondo degli studi. Infatti, fino a qualche anno fa, nelle università italiane mancavano insegnamenti concernenti la storia postale, e la disciplina era molto poco studiata, anche se non sono mancati studiosi che hanno affrontato vari aspetti della storia postale: si citi per tutti l’esemplare indagine di Federigo Melis, dell’Università di Firenze, sull’intensità e regolarità dell’informazione nel Mediterraneo e in Occidente alla fine del Medioevo.
Solo dopo la creazione di corsi di laurea in “scienza delle comunicazioni”, in qualche ateneo è stato previsto l’insegnamento in “storia delle comunicazioni” che presenta qualche punto di contatto con la storia postale. Basta pensare alla storia del giornalismo ed all’esistenza di titoli di giornali come “Corriere della sera”, “Gazzetta del Mezzogiorno”, “Il Messaggero”, il “Daily Telegraph” o la “Post-Zeitung” tedesca per capire come la posta sia stata per secoli il principale canale per la circolazione delle notizie (strettamente legata ai tempi della posta), delle idee e del denaro.

Anche tematiche come il “viaggio in Italia” sono state trattate sotto molteplici aspetti letterari, di costume, artistici, turistici, ecc. ma mai sotto l’ottica del servizio della posta-cavalli che era pur alla base del “viaggio”.

Oggi, invece, la “storia postale” è nota come l’indagine dei fenomeni di comunicazione organizzata con un nuovo e fecondo modo d’approccio che ricollega discipline diverse fra loro come la storia sociale e quella della cultura, l’epistolografia, la storia dell’amministrazione e d’impresa, la paleografia, la diplomatica, la storia economica, la geografia storica, la storia del giornalismo e del commercio, la storia dei trasporti, e punti di contatto con tante altre (letteratura, etnologia, archeologia, sfragistica, ecc.).

Inoltre, nel mondo della filatelia, il termine indica un tipo evoluto e raffinato di collezionismo.

L'Italia con le sue Poste e Strade Principali descritta
da Giacomo Cantelli da Vignola..., Roma, 1695


Nascita

Ed è in questo quadro che nel marzo del 1982 un gruppo di studiosi, provenienti sia dal mondo del collezionismo filatelico (alcuni appartenenti al preesistente Centro Studi di Storia Postale Militare, poi fusosi nel nuovo Istituto) sia da quello accademico, concordava sulla necessità di riattribuire alla storia postale il suo esatto significato scientifico di studio delle tecniche e degli oggetti della comunicazione postale organizzata. Si trattava di contribuire, alla luce della moderna storiografia, alla ripresa di quegli studi storici iniziati nella seconda metà dell’Ottocento nell’ottica dell’allora imperante cultura positivistica.

Da quell’incontro nacque la decisione di dar vita ad un’istituzione privata di ricerca che unisse il rigore del mondo accademico all’entusiasmo dei collezionisti: l’Istituto di Studi Storici Postali.

Finalità

L’Istituto si propone:

  • la formazione e l’affinamento della cultura nelle discipline storico-postali, attraverso lo studio e la documentazione dei sistemi di comunicazione postale di ogni tempo;
  • la conoscenza approfondita dell’organizzazione e del funzionamento dei servizi postali;
  • la raccolta, la classificazione e la conservazione di ogni documento relativo, in originale o in copia;
  • la diffusione della cultura in campo storico-postale, attraverso pubblicazioni a stampa, corsi, conferenze, seminari, mostre e ogni altra manifestazione di carattere culturale.

Tutto al fine di sollecitare un maggior coinvolgimento del mondo universitario in questa tematica ed, allo stesso tempo, suggerire linee di ricerca al collezionismo filatelico evoluto. Panorama sulle attività dell’Istituto.

Sede

L’Istituto ha sede in Prato nell’antico Palazzo Datini, già dimora di Francesco Datini, il “mercante di Prato” che alla sua morte (1410) donò tutto il suo patrimonio ai poveri della città, dando così vita alla Casa Pia dei Ceppi, versione medievale di una moderna fondazione benefica.

La Casa Pia dei Ceppi, tuttora esistente, ha avuto il merito di assicurare, oltre alle istituzionali opere di beneficienza, la sopravvivenza delle memorie datiniane attraverso i secoli portando a noi intatto il prezioso archivio del mercante (150.000 lettere, 600 libri contabili, 6.000 titoli di credito, ecc.), il più importante del mondo per la storia economica del Medioevo. Un archivio rimasto sempre custodito nello storico palazzo.