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01/07/2013
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Da Prato a Bergamo. Per raccontare della Serenisima

Andrea Giuntini, direttore dell’Istituto di studi storici postali, ed il vice, Bruno Crevato-Selvaggi hanno tenuto a Bergamo presso il palazzo del Podestà la conferenza “Il sistema postale veneziano”, inserita nel ciclo di incontri “Conversazioni veneziane”.
L’idea -spiega per gli organizzatori il direttore della Fondazione Bergamo nella storia, Claudio Visentin- “sarebbe di capire come Venezia ha organizzato nel tempo il suo vasto sistema postale, per i suoi bisogni di politica estera e della guerra”. Certo, con un occhio di riguardo alla bergamasca famiglia dei Tasso, ma senza trascurare il tema delle comunicazione in Dalmazia, Costantinopoli e così via.

Per approfondire: Nel Cinquecento i domini di Venezia si estendono da Bergamo, l’avamposto più occidentale, sino alle porte dell’Oriente, attraverso l’Adriatico e il Mediterraneo. Per controllare un territorio così vasto, tra guerre e commerci, la città lagunare deve garantire una tempestiva circolazione delle informazioni con la velocità consentita dal trasporto a piedi, a cavallo, per mezzo dei carri e delle navi a vela. A questo fine costituisce un efficiente sistema di trasporto della corrispondenza. Il riconoscimento ufficiale dei corrieri è del 1306; la relativa Compagnia, la cui attività viene definita da un apposito statuto, si forma nel 1489.  Una pagina particolarmente significativa in questa vicenda è scritta dai Tasso di Cornello, il paese della val Brembana oggi sede del Museo dei Tasso e della storia postale. Svolgono dapprima un ruolo importante nei collegamenti sulle linee Venezia-Milano e Venezia-Roma, poi estendono la loro attività alle Poste pontificie sino ad ottenere, al tempo di Carlo V, la gestione esclusiva delle Poste imperiali.